Fondata dai Romani nel IV sec d.C. (nello stemma della città si legge "Descendit ex patribus Romanorum") e resasi autonoma dall'Impero bizantino nell'839, Amalfi, la prima delle quattro Repubbliche Marinare, fece dei traffici commerciali con l'Oriente il perno della sua ricchezza. Raggiunse il massimo del suo splendore nell'XI secolo: era dotata di una potente ed agile flotta, con attracchi nei principali porti del Mediterraneo. Dell'arsenale in muratura, utilizzato per la costruzione degli scafi delle galee di combattimento, restano oggi solo due corsie divise da dieci pilastri; la parte antistante, nonché l'antico porto di Amalfi, è stato risucchiato dal mare in seguito ad una frana sottomarina, provocata da una possente corrente di Libeccio nella notte fra il 24 e il 25 novembre del 1343.
La tradizione tramanda che gli amalfitani furono i primi ad utilizzare la bussola durante le loro navigazioni, identificando l'inventore col nome di Flavio Gioia.
L'odierno centro abitato, che sorge in parte su un pendìo, è caratterizzato da case bianche con volta a botte costruite su terrazzamenti ed una pittoresca trama di vicoli e scale.
Il monumento principale, nonché simbolo della città, è il Duomo di Sant'Andrea, preceduto da una scenografica scalinata. L'impianto originario della struttura è romanico, attualmente rivestito da una sontuosa veste barocca. La policroma facciata, preceduta da un elegante portico, è dominata dal mosaico del timpano, il Trionfo di Cristo, opera di Domenico Morelli i cui cartoni originali sono tutt'ora conservati presso l'omonima sala della sede municipale. All'interno è un tripudio di opere d'arte: un elegante soffitto a cassettoni, tele del XVIII secolo, un crocifisso ligneo del XIII secolo, una croce di madreperla proveniente da Gerusalemme, la fonte battesimale (una vasca di porfido proveniente da un'antica villa romana), due antiche colonne di granito egizio provenienti dalla vicina Paestum che sorreggono l'arco trionfale, colonnine tortili e amboni del XII secolo. Nella cripta sono conservate le reliquie di Sant'Andrea da cui, sin dal 1304 trasuda una rugiada, la manna, raccolta in un'ampolla e dagli effetti taumaturgici.
Il Campanile, esistente sin dal 1180, è composto da bifore e trifore con coronamento arabeggiante e copertura ad embrici maiolicati verdi e gialli.
Risale, invece, al IX secolo la Basilica del Crocifisso, sorta su un preesistente impianto paleocristiano di cui oggi restano alcune colonne e capitelli. Dedicata alla Madonna Assunta ed ai Santi Cosma e Damiano, oggi ospita il Museo Diocesano di Arte Sacra che raccoglie i Tesori del Duomo.
Il Chiostro del Paradiso (XIII secolo) è un elegante claustro in stile arabeggiante a stretti archi acuti ed incrociati. Inizialmente adoperato come luogo di sepoltura di notabili amalfitani, oggi conserva alcuni sarcofagi romani, un sarcofago trecentesco, resti dell'antica facciata del Duomo.
Presso il Museo Civico sono conservate le famose Tavole Amalfitane (Tabula Civitatis Malphae), il primo testo di diritto della navigazione che ebbe una grande influenza fino al XVII secolo. Parte integrante del Codice Foscariniano, furono ritrovate a Vienna e riportate ad Amalfi nel 1929.
Salendo verso la Valle dei Mulini è possibile visitare il Museo della Carta, situato in un'antica cartiera medievale del XIII secolo, assistendo alle tecniche di realizzazione della rinomata carta di Amalfi e vedere in azione i vecchi mulini azionati dalla potenza del torrente Canneto.
(Immagini e testi: copyright www.localidautore.it - www.sunland.it - TUTTI I DIRITTI RISERVATI)